Sono un’equilibrista delle parole
con esse vado sul filo d’un discorso
se poi è una poesia che si parla
non c’è rima che tenga alla mia mente
è così vacillante è così traballante
che la caduta è sempre più evidente
sono un’equilibrista senza rete
solo la poesia disseta la mia sete
il mio equilibrio ha un sussidio
è un tubicino chiamato shunt
porta l’eccesso di liquido cranico
nel sistema peritoneale: le mie cicatrici
sono il segno della mia disavventura
son vivo per miracolo certamente
ma anche dei medici per l’indiscussa bravura
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